Lezione

  • Umani. Gironzolando qua e la ho avuto modo di accorgermi di una cosa alquanto curiosa. Sono innamorato dei vostri cuccioli. Mi incanto a guardare le loro espressioni. I bimbi fino a circa 10 anni sono fantastici, poi cominciano a prendere tante abitudini strane, ma fino a quell’età portano con loro un incredulità nei confronti del mondo, davvero speciale. Curiosi, vogliono sapere tutto, meravigliati, alla continua e instancabile scoperta di ciò che li circonda, usano tutti i sensi all’ennesima potenza, toccano, guardano, ascoltano, affamati di sapere, e imitano. Attenti umani adulti, essi imparano ciò che gli mostrate, assimilano e fanno loro tutto quello che fate, che dite, i concetti che esprimete, quello che scaturisce dalla vostra cultura, dalla vostra istruzione, dalla vostra sensibilità, dalla vostra educazione, dal vostro sentimento.
  • Ho visto genitori inquietarsi con i loro bambini e sgridarli duramente per cose insulse, ho visto una mamma tirare un ceffone al piccolo di 3 o 4 anni perchè la interrompeva mentre chiacchierava con l’amica. Un’altra gridare a squarciagola e inveire contro il suo bambino perchè ha preso un brutto voto a scuola. Ho sentito un maestro sgridare duramente un piccolo che non sapeva la lezione, e poi ho visto di molto peggio, ma voglio parlare solo di particolari occasioni che voi considerate di normale amministrazione.
  • Ma scusate, è così difficile capire che un bambino in compagnia di due donne che se la parlottano dei fatti loro, cerchi l’attenzione della mamma? è normale che faccia di tutto per averla! si sta scocciando! non è un mobile! se per un attimo fate finta di essere lui e lo fate col cuore, lo capite. Più vi osservo, e mi soffermo a guardare i vostri atteggiamenti, la vostra quotidianità, più mi accorgo che volete bene ai vostri piccoli. Ma allora come mai non riuscite a capirli in un frangente tanto semplice? spiegatemi un pò, com’è che se una mamma assiste all’intenzione di chiunque di voler far del male al proprio piccolo, diventa una bestia, sarebbe capace di qualunque cosa, ma poi, quando si trova con un’amica, dimentica del tutto la presenza del bambino, e se lui si fà notare, ella si secca a tal punto da maltrattarlo come uno straccio. Lasciatemelo dire, avete delle usanze alquanto strane!
  • La scuola. Siete sicuri di aver capito a cosa serve? perchè è stata inventata? mi par di capire che dovrebbe essere un’equivalente dei nostri educantieri, dove raduniamo i nostri piccoli per insegnare loro la vita. Voi insegnate a leggere, scrivere e far di conto, ma la vita! chi la insegna ai vostri piccoli? le loro radici, il miracolo che li ha portati su questa terra, chi insegna loro le possibilità infinite che hanno di nutrirsi della grande madre natura? chi insegna loro ad amare? ad esultare? a pazientare? ad aver rispetto per il proprio simile? a condividere con lui un istante di vita anche se non lo conosce? e poi… posso senza indugio affermare che tutti i bambini ricordano perfettamante le favole che gli raccontano gli adulti, perchè non ricordano la lezione? non vi pare troppo facile rispondere semplicemente che è perchè non ha studiato? 
  • Pensate umani, pensate, ponetevi domande, cercate di capire, provate altri sistemi, i vostri non funzionano. Osservate la vostra società e ve ne renderete conto. C’è sempre la possibilità di migliorarsi, fatelo, e fate in modo che non siano più i bambini a fare le spese dei vostri errori. Essi vi amano smisuratamente.
  • Archelfo.

 

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Che felicità!

  • Il mio nipotastro, qualche mese fa, è andato a Disneyland. Non è abituato a certi svaghi, solitamente le sue domeniche sono fatte di escursioni in campagna a cercar fragole o castagne, o foglie, a seconda del periodo. Qualche volta al mare in piena estate, ma non troppo spesso perchè le spiagge sono affollate, pic nik, pedalate su pista, piscina con mamma e papa, passeggiate alla riscoperta di angoli ancora a lui sconosciuti con la nonna, partite a bocce con il nonno, partite di calcio con la sua squadra. Ma questa volta si trattava del premio per le promozioni dalla prima alla quinta elementare, e doveva essere speciale.
  • Che cos’è la felicità? è quella cosa che si dipinge negli occhi di tuo nipote mentre ti racconta di  un pezzetto di mondo fatto su misura per lui.
  • – Nonna! ero sopra le nuvole! è bellissimo! prima, quando l’aereo si alza ti viene un nodino allo stomaco, ma poi…quando sei lassù…è stupendo! ti sembra di poter toccare le Alpi, e di poterti tuffare nella Senna! –
  • – Dev’essere davvero bello! ma io credo che avrei paura. –
  • – Ma no nonna! è troppo interessante! non c’è tempo d’aver paura! la prossima volta che ci vado vieni anche tu. Ci sarò io con te.-
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  • – Vedrai! sembra di entrare in una favola! vero mamma? vero papà? –
  • Mentre parla il mio pulciotto è tutto agitato, sale in ginocchio sulla sedia, scende dalla sedia, gesticola, e a tratti, si passa le mani sul viso, come a voler comprimere i ricordi.
  • – C’è Biancaneve, col castello e i sette nani.
  • E tutta la favola di Pinocchio!
  • A te piace Pinocchio vero? –
  • – Si amore. Mi piace. –
  • – Lo so, è la tua favola preferita. E poi sai cosa c’è anche? Il Gran Canyon, e le tende degli indiani.
  • E ti sembra proprio di essere in un campo indiano sai?! –
  • – Davveeerooo? ma gli indiani dell’India? –
  • No nonnaaa! gli indiani d’Americaaa! le tende quelle a conooo! sai quelle fatte così! –
  • Disegna un triangolo nell’aria con le mani e intanto ride prendendomi in giro.
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  • – E c’è l’otto volante con gli elefanti che ti ci devi sedere dentro! ma quello va troppo in alto e tu hai paura, però ci sono anche le giostre con i cavalli, sono più piccole, li ci puoi andare nonna. –

 

 

 

 

 

 

 

  • E poi c’è paperino, e topolino, e minni…

 

 

 

 

 

Giardini bellissimi e castelli. Vieni nonna? vieni con me? ci torniamo? –

 

  • – Si…si, ci torneremo. Ti è piaciuto proprio tanto vero? –
  • – E’ bellissimo! non sarei più venuto via di la –
  • – E gia! e io? quando ti avrei rivisto? –
  • – Eh! si! hai ragione, non potevo mica lasciare te, il nonno, i miei amici… –
  • – Ecco vedi? ci sono tanti posti stupendi nel mondo che potrai vedere, ma ogni volta tornerai a casa, dove c’è una famiglia che ti vuole bene ad aspettarti. Questo è il tuo tesoro, la famiglia. La famiglia è il tuo porto sicuro, la culla del tuo amore, la favola più bella, il tuo regno. Lontano dalla famiglia non si sta bene, ci si sente soli, perchè dopo un pò si sente la mancanza di tutto questo. –
  • – Come il mio amico Alfonso che ha i nonni in Calabria, lui li vede una volta all’anno. –
  • – Vedi? tu sei un bambino fortunato, siamo tutti qui, vicino a te –
  • – Ti voglio bene nonna –
  • – Anch’io tesoro mio. Tanto. –
  • – Di più io. – 

 

 

 

2 ottobre festa dei nonni

  • Si è vero, è una festa giovane. Non siamo abituati a festeggiare i nonni. Se ne dimenticano tutti. Il consumismo se ne frega della festa dei nonni, e questo è un bene, ma è anche triste immaginare che probabilmente a S. Valentino gli innamorati spendono di più per farsi reciproci regali, mentre nessuno o quasi, spenderebbe per fare il regalo al nonno.
  • Figura vecchia e stantìa, la vita scorre veloce e non c’è tempo per parlare dei nonni, dei loro problemi, dei loro piaceri, dei loro sogni, dei loro bisogni. Se ne frega lo Stato, il nonno a casa sua! con quel minimo di pensione pensi a se stesso, se poi vuole ci sono le case d’accoglienza, ma dovranno imparare a rubare saltellando sul loro bastone per poter accedervi.
  • Ma una ricchezza inestimabile i nonni ce l’hanno. I nipoti.
  • Una ricchezza fatta d’amore incondizionato, di sorrisi di primo mattino, di abbracci sinceri, di rifugio quando hanno paura, di ascolti assetati di voglia di sapere.
  • I nonni sanno sempre cosa fare con i nipotini, perchè hanno il tempo di ascoltarli, di capire cosa li turba e cosa li fa felici, giorno per giorno, anno per anno, ed è così che si crea un rapporto vincolante e al contempo piacevole, è una cosa strana, ci si capisce, si desidera la reciproca compagnia, e anche se piccini, i nipoti sanno, sentono che tutto ciò fa loro bene.

     

 

 

             Disse il nonno al nipotino

                  tu tesor sei il mio destino

                  quante volte ho pianto in vita!

                                                              quanto ancor dovrò patir?

                                                               ma se tutto questo infine

                                                               e ancor duro come crine

                                                               sarà valso a me goderti

                                                               ancor venga pur d’averti.

                                                                                                        La Mente 

 

                        Auguri a tutti i nonni e le nonne del pianeta

Un bel pomeriggio

  •             Le nuvole riempiono il cielo, grigie, pesanti, minacciose. Il mio nipotastro di 10 anni vuole andare lo stesso a provare la sua bici nuova sulla pista ciclabile, l’idea non mi dispiace anche se il tempo certo non mi ispira piu di tanto. Decidiamo di lanciarci nell’impresa, lui piu stoico, ma attribuisco la sua determinazione all’incoscienza.
  • Prendiamo le bici in garage, lui è bellissimo con gli occhi sorridenti e il musino che esce fuori dal casco colorato.
  • -Nonna poi ci mangiamo il gelato?-
  • -Ok vada per il gelato, oggi spezzo la dieta.-
  • -Allora anche due gelati?-
  • -Anche due!-
  • -E anche tre?-
  • -Va bè, non è che un giro in bici ci deve costare un’indigestione! vedremo quanto ti senti di mangiarne.-
  • Le strade del paese sono quasi deserte, forse è ancora ora di pisolino per gran parte della gente, così prima di andare in pista gli propongo un giretto per le stradine che non percorre quasi mai e che non sa bene dove portino.
  •  -Andiamo da qui nonna?-
  • -Si andiamo da qui, ti faccio vedere dove sbuca questa strada-
  • Fantastica la sua meraviglia scoprendo che anche da lì si arriva alla scuola materna che frequentava da piccolo, o che quell’altra via porta direttamente al mare, ma con la macchina non ci si puo passare.
  • Dopo la riscoperta del
  • paese, un’altra oretta di pedalate su pista poi,torniamo a posare le  bici sudate e ci avviamo a piedi verso la passeggiata a mare,traguardo gelateria artigianale scopo maxi cono multigusto.Le nuvole cariche di pioggia, tengono duro, ma il caldo è afoso, il gelato ci ristora, il tempo di quattro passi senza chiacchierare troppo, la panna e il cioccolato colano da tutte le parti, dobbiamo sbrigarci prima di perderne la metà. Lo finiamo in un batter d’occhio, semplicemente fantastico! lui si massaggia la pancia
  • -Aaah! che buono nonna! ne prendiamo un altro?-
  • Decidiamo di assaggiare i gusti della gelateria di nuova apertura lungo la strada.
  • Anche il secondo cola un po ma questa volta ce la prendiamo  piu comoda, e anche se ne perdiamo un poco sulle mani, lo puliamo con il fazzolettino di carta, intanto ci guardiamo intorno, non ricordo da quanto tempo non passavo da li.
  • -Vedi quella spiaggia? tanti anni fa venivo qui quando decidevo di andare al mare, il titolare era un vecchio signore alto e magro, abbronzatissimo, era un pescatore, aveva la pelle cotta dal sole e gli occhi buoni dallo sguardo vissuto. Quando in tarda mattinata arrivava dal mare, veniva a sedersi sul muretto di pietra che riparava il mio angolino appartato, portava due bicchieri di limonata fresca che sorseggiavamo raccontandoci tante cose della vita.
  • -Li? proprio li nonna?-
  • -Si, proprio li. Solo non c’era quella fila di cabine, li era tutta sabbia-
  • Proseguiamo ed arriviamo fino al litorale da dove si vede padroneggiare la vecchia villa degli Spinola.
  • Vedi questo tratto di spiaggia? una volta, tanti anni fa, era privata, nel senso che apparteneva ad una ricca famiglia. Gli Spinola.
  • -Era tutta loro nonna?-
  • -Si, tutta loro, ora voltati con le spalle al mare e guarda sopra la strada. Vedi, qui dove siamo noi era il loro grande parco, li sopra dove ora passa la statale era ancora parco, quando volevano andare al mare non facevano come noi, non andavano fino alla  spiaggia con l’auto, non chiedevano lettino e ombrellone al bagnino, semplicemente scendevano da casa con un costume simile ad un vestito che non doveva lasciar intravedere  nulla, e si tuffavano a mare, passavano da qui vedi? –
  • Gli mostrai il passaggio ancora esistente con l’arco in pietra mentre lui  rideva per il riferimento al costume.
  • -Segui il sentiero, lo vedi dove porta lassù? la vedi quella grande casa? quella era la loro abitazione.
  • -Quella? ma è enorme!-
  • -Si, è enorme, una volta i nobili vivevano in case come quella. E lo vedi quel parco adiacente? quello era il loro giardino.-
  • -Ma dove! quello la?-
  • -Si quello la.-
  •  -E vedi quelle colonnine  di pietra? quella è una parte del loro gazebo, dove nei pomeriggi estivi prendevano il caffè.-
  • -Mamma mia! che giardinooo! ma ora chi ci abita?-
  • -Ora ci sono degli uffici, domani se vuoi ti porto a vedere com’è dentro, e potrai vedere anche la parte di parco che rimane dietro la casa-
  • -Si!si! nonna! ci andiamo eh!-
  • – -Si, ci andiamo-
  • Torniamo indietro, un’altra gelateria si trova sul nostro cammino e il terzo gelato, credo per la prima volta nella sua vita, gli farà ricordare con piu enfasi la giornata.
  • Con l’ultimo cono in mano, che questa volta cola alla grande perchè gli lasciamo tutto il tempo di sciogliersi in pace,ci infiliamo in un’altra strada che non ha mai percorso a piedi, e scopre l’unico palazzo del paese con l’ascensore esterno “tutto di vetri che vedi di sotto e va su e giu per 5 piani,ci andiamo?”
  • Non c’era tempo, era ora di tornare. Alla fine della strada si impone importante la chiesa, bellissima, ma lui vede solo che magicamente si trova di fronte al suo caro oratorio.   La suoneria del cellulare straripa impaziente dalla borsa, mamma e papà lo aspettano. Lo accompagno a casa e appena li vede getta fuori un mare di parole che vogliono dire tutto in un unico discorso, perde i pezzi come un puzzle scombinato, ma capisco che è stato bene, il pomeriggio gli è piaciuto, ce ne saranno altri, lascio la mia famiglia e vengo a scrivere le mie sensazioni. 
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umanità…poco di umano e troppa vanità

C’è. E’ un piccolo essere che mi sta a cuore perchè in lui c’è anche un po del mio sangue, della mia anima, della mia mente, del mio tutto. Il mio sogno è di vederlo un giorno in giacca e pantaloni, cioè di vederlo Uomo. In giacca e pantaloni sarà sicuro di se, sarà piu forte. A noi, anime adulte il compito di cucire per lui quell’abito che lo conterrà, abbracciandolo. In giacca e pantaloni lui si presenterà al mondo e realizzerà i suoi sogni perchè non avrà freddo, non avrà paura, si sentirà protetto, sentirà meno male ai colpi, e se cadrà nel fango non si vergognerà troppo finchè li indosserà.

Troppe piccole anime di questa dimensione non posseggono giacca e pantaloni!!!!!!!!!!!!

Denudatevi anime adulte, e con il tessuto dei vostri abiti fate tante giacche e pantaloni, i piccoli abiti non porteranno firme prestigiose, ma saranno vitali per il pianeta perchè da essi dipenderà il futuro dell’umanità.