SVEGLIAMOCI

Dopo mesi di silenzio, questo è quanto avrei avuto da dire se non lo avesse gia detto lui. Guardatevi questo video e, se la pensate come me, PASSATE PAROLA, un sorriso a tutti voi e una cascata di energia positiva. (volendo potete guardare anche i video che seguono in successione)

http://www.youtube.com/watch?v=TSrYehXrgDU&feature=relmfu

Disavventura finalmente terminata

  • E’ da un bel po che non vi informo sul proseguimento di questa farsa, scusatemi, ma ho avuto molto da fare ultimamente, non c’è che dire, il 2011 è stato per me un anno intenso, ma oggi vi racconto l’ultima  puntata della vicenda, così se volete ridere un pò con qualcosa che non sia la solita barzelletta scema, avete di che soddisfarvi.
  • Allora……partiamo da dove vi ho lasciati( rif art ” Disavventura ad un punto fermo” cat MONDO STRUTTURA).
  • Era fine ottobre quando vi ho detto che giravo in bici in attesa di prendere una decisione sul da farsi in riferimento alla mia patente di guida. Nelle giornate piu fredde mi servivo dei mezzi pubblici e intanto mi stavo convincendo che si puo vivere anche senza auto, ma io ne avrei fatto a meno solo per un po, il tempo di organizzarmi per andare a Firenze a farmi fare le modifiche, perche, gira gira, non ho trovato officine autorizzate piu vicine disposte a modificare un’auto normale, senza cambio automatico.
  • Sta per arrivare il Natale, i preparativi per le feste, la ricerca dei regali, l’intensa attività lavorativa, mi impegnano, e per un po decido di non pensarci, “rimandiamo a dopo le feste” mi dico, dopotutto forse Rossella di “Via col vento”  non aveva tutti i torti. Domani è un altro giorno.
  • E’ una domenica di metà novembre, sono libera di dedicare il mio tempo a cio che piu mi piace, mi vesto da artista indaffarata con la mia tuta sporca di colori che pare la tavolozza di un pittore surrealista, un basco con visiera che mi scende quasi sul naso perche troppo grande, mi armo di pennelli e bidoni e scendo a dipingere le pareti del garage che io uso come laboratorio da lavoro.
  • Sto sfoderando il mio estro da circa un’ ora quando arriva mia cognata che mi dice di mollare tutto, mi deve portare in un posto per farmi vedere una cosa molto importante.
  • – Non scherzare, non vedi cosa sto facendo e come sono conciata?-
  •  dico continuando il mio lavoro ben decisa a non accettare lo strano invito.
  • Non vi sto a dire l’insistenza, mi prende il pennello di mano, cerca le chiavi per chiudere il garage,
  • – Su, su, dobbiamo andare ti dico, è importante, non si puo rimandare, dobbiamo andare adesso!-
  • Insomma non c’è stato nulla da fare, mi spinge sulla sua macchina e partiamo malgrado i miei borbottamenti che non lasciano nulla sottinteso.
  • Nel mio paese c’è una vecchia caserma in disuso con un grosso piazzale cintato, vedo che imbocca la strada per dirigersi proprio li, e faccio domande che non ottengono risposte chiarificatrici. Arriviamo, entra oltre il muro di cinta.
  • Sul vasto piazzale solitario e silenzioso, mio fratello, con le braccia conserte,al nostro arrivo sorride, con quel suo sorriso di bambino contento, con quel suo sorriso buono che mi ha sempre fatto tenerezza. La mia meraviglia si fa piu grande e le mie domande piu intense. Scendiamo dalla macchina. Il mio fratellone, divertito dalla mia espressione di sconcerto, mi invita a chiudere gli occhi e mi fa promettere di non guardare, insieme mi accompagnano pochi passi piu avanti, appena girato l’angolo ci fermiamo.
  • -Apri gli occhi- mi dicono, e rischio l’infarto.

Vedo lei, Guendalina, Guenda per gli amici.

  • Una bellissima C3 PLURIEL, nera, usata, ma seminuova. 
  • Cambio automatico, impianto GPL, optional cabrio, autoradio, lettore CD e non vi sto a dire che altro.
  • -Buon Natale- mi dicono, ed io, instupidita e senza piu parole, li abbraccio, non smetto di ringraziarli, non so cosa fare, cosa dire, sono meravigliata di aver meritato tanto.
  • Non ho mai guidato un’auto automatica, mio fratello mi spiega come devo fare, saliamo, è bellissima, pulita e profumata come una bomboniera. Faccio il giro del piazzale e scopro che non è poi così difficile, dapprima il piede sinistro cerca la frizione che non trova e la mano corre sul cambio che non serve, ma poi, lentamente, riesco a  coordinare i movimenti.
  • Adesso ho un’auto con cambio automatico, si può fare la modifica (rif art come sopra ) con applicazione di un semplice meccanismo a pedale che sposta l’accellerazione a sinistra, questo perchè io ho la protesi a destra, se l’avessi avuta a sinistra bastava che l’auto fosse automatica senza altre modifiche.
  • -Bene- mi dice il meccanico, certo Gianni, molto disponibile, -ordino il pezzo e la chiamo appena arriva, intanto procedo con la motorizzazione perche c’è una serie di documenti da presentare, poi le dirò quali mi deve portare-
  • Lo osservo, mi ricorda uno stoico cavaliere protetto da una pesante armatura, armato di lancia e scudo, dallo sguardo rassegnato. Il suo accenno all’iter, in verità, sembra piu un ” Bene, comincia la battaglia, salutiamo le famiglie e preghiamo”.
  • Me ne torno a casa serena pensando che forse tra non molto avrò di nuovo la mia patente.
  • Dopo qualche giorno porto a Gianni quel po po di documentazione che gli devo fornire, tra cui c’è il famoso modulo prestampato, con i codici che mi aveva compilato l’ingegnere il giorno della visita con la Commissione Medica.  ( rif sempre allo stesso art di cui sopra ). 
  • Quando mi richiama è per dirmi che il pezzo è arrivato, si puo procedere. Trascorre un’altra settimana e il lavoro è finito, siamo ormai a metà dicembre. Non posso ritirare la macchina perche ora la modifica deve essere collaudata, Gianni mi informa che si è messo in lista, ma la coda è lunga, non pensa di poter passare prima di una decina di giorni. Mi armo di pazienza e aspetto. Arriva il fatidico giorno, il meccanico va al collaudo fornendo tutta la documentazione ma……… sorpresa! c’è un problema.
  • Reca i codici di una modifica inerente ad una macchina normale, quella che ho fatto io invece è la modifica per un’auto automatica, i codici devono essere cambiati.
  • Va bè, direte voi, è un problemino, ma risolvibile, lo penso anch’io ma mi sbaglio.
  • Non è che li puo cambiare chiunque! solo chi ha compilato il modulo lo puo modificare, eh! eh! se no era troppo facile!
  • Ok, l’ingegnere che ha scritto i codici non è di turno, niente collaudo, bisogna tornare con i codici cambiati. Gianni si rivolge all’ufficio per sapere quando sarà presente, purtroppo però è un’impresa anche questa, nessuno lo sa e non ne conosco le motivazioni. Il temerario se ne torna nella sua officina e mi telefona informandomi sui fatti, rimaniamo daccordo che chiamerà ad oltranza l’ufficio fino a quando avrà la sfacciata fortuna di beccare l’ingegnere.
  • Il professionista si è inabissato o è partito per terre sconosciute, arriva Natale, per tutte le feste manco a parlarne, dopo l’epifania si ricomincia con le telefonate, finalmente pare che sarà presente giovedi prossimo, e siamo a metà gennaio. Gianni parte con il prezioso modulo, ma arrivato là, scopre che il tipo ha avuto un imprevisto, non c’è. Ritorna mesto alla sua officina e mi informa. Che facciamo? ridiamo? ci incazziamo? ma……..ci penseremo, per ora rimaniamo inerti.
  • Un’impiegata dell’ufficio si è sbilanciata ad affermare che dovrebbe essere presente il lunedi successivo. Questa volta vado io perche Gianni mi fa gia un po pena.
  • Lunedi 16 gennaio, chiudo lo studio e parto incazzata come una biglia, preoccupata di ciò che potrà succedere agli interni dello stabile della motorizzazione, nel caso dovessero dirmi che non c’è.
  • Ho la fortuna di imbattermi, finalmente, in un’impiegata disponibile e gentile, certa Sig. Semeria, che con i suoi modi  ha il potere di rasserenarmi. Mi comunica che l’ingegnere in effetti è presente, ma, sono le 09.00, ed è gia uscito a fare gli esami di guida. In effetti al mio arrivo, sul piazzale c’era una quantità di persone con dei fogli svolazzanti tra le mani, se devono passare tutti stamattina, penso, poveracci! e te credo! questo o si è sparato tutte le ferie comprese quelle di tutta la famiglia, o ci deve essere qualche problema cui non ci è dato conoscere. Sti poveretti se va bene aspettano da prima di Natale, speriamo non abbiano aspettato sul piazzale.
  • La gentile Sig. Semeria, che si ricorda di me perche era presente il giorno della visita in Commissione, e si meraviglia che io sia ancora a questo punto senza aver risolto nulla,lo chiama al cell, parla qualche secondo e poi mi dice di lasciarle il modulo perche lui non rientrerà prima delle 13.00/14.00, penserà lei a fare tutto, gli farà cambiare i codici e poi mi manderà il modulo a mezzo fax così che il meccanico possa prenotare il collaudo, ritirerà l’originale egli stesso in quella data.
  • Giovedi 19 gennaio, sto lavorando, mi chiama la Semeria, mi passa l’ingegnere che mi fa:
  • -Signora lei ha una macchina con cambio automatico?-
  • -Si-
  • -E deve fare la modifica per la protesi destra?-
  • -Si-
  • -Quindi porta l’accelleratore a sinistra?-
  • -Così pare io debba fare!-
  • -Bene, allora io sto correggendo i codici così fa il collaudo e poi è tutto a posto ok? l’impiegata le darà poi l’appuntamento per la prova pratica arrivederci.-
  • Due ore dopo mi arriva il fax, lo porto a Gianni, che rifà la prenotazione.
  • Che culo, si puo fare il collaudo sulla base dei codici ora esatti.Dopo un’altra settimana ho la  macchina modificata e collaudata, 810.00 euro di spesa.
  • Gianni il temerario mi porta l’auto sotto casa, io non posso guidare, sono tutt’ora senza patente.
  • La gentile sig. Semeria mi chiama e mi dice che posso appuntamentare la prova pratica.
  • – Scusi- chiedo. -Ma io devo dare dimostrazione di saper guidare l’auto modificata giusto?-
  • – Si certo, in quell’occasione l’ingegnere valuterà se lei è in grado di guidare oppure no-
  • In quel momento sto pensando ” E se non gli vado bene  ho fatto tutta sta tiritera per cosa? e mio fratello avrebbe comprato una macchina inutile?”
  • Ma invece dico – Scusi ancora, ma se non posso guidare, come mi alleno ad accellerare e frenare con il piede sinistro?-
  • La poverina, non potendo dare una risposta sensata perche la legge probabilmente non contempla questo interrogativo, aggira la domanda ed io, ancora una volta, come spesso nella mia vita, constato la soddisfazione di aver imparato molto presto l’arte dell’arrangiarsi e saperla sfruttare all’occorrenza.
  • Mi prospetta il 23 febbraio ed io accetto perche tanto se non avrò imparato per allora non imparerò mai, ma……..eh si! so che non ve lo sareste mai aspettato, ma c’è un ma! però tranquilli eh! è una quisquiglia!
  • Il 23 devo consegnare un modulo prestampato, interamente compilato e firmato.
  • Per fortuna non devo andare a prenderlo! e questa è gia una notiziona! me lo manda a mezzo fax.
  • Allora…il modulo dice:
  • 1) scrivere i dati del candidato
  • 2) il candidato deve avere un accompagnatore con età non superiore a 60 e in possesso di patente B da almeno 10 anni.
  • 3) scrivere i dati dell’accompagnatore
  • 4) Tutti i dati dell’auto compresi quelli inerenti all’assicurazione
  • 5) Qualora l’auto fosse intestata ad un’altra persona, tutti i dati dell’intestatario, che dovrà altresì rilasciare consenso scritto all’uso dell’auto per effettuare esame di guida, allegando fotocopia del proprio documento d’identità e dichiarare, sotto la propria responsabilità, di essere consapevole delle pene che la legge commina a coloro che commettono falsità in scritture private.
  • Ovviamente tutto cio, dopo che io avevo gia fornito, fotocopia del libretto della macchina, del foglio di circolazione, del mio certificato di residenza, della mia vecchia patente, e anche quelle inerenti i certificati medici che attestano la mia invalidità, che però sembra non interessare un ciufolo a nessuno.
  • Sper0 nel frattempo di non prendere l’influenza se no sono rovinata,e il 23 febbraio mi reco al fatidico appuntamento accompagnata da mio fratello, che per fortuna non ha ancora 60 anni ed è in possesso di patente B da piu di 10, anche perchè è l’unico in famiglia a saper guidare una macchina con cambio automatico, se no avrei dovuto pagare una persona in grado di farlo.
  • Arriviamo alle 8.30, mi presento allo sportello per avvisare che ci sono, ma ci sono anche circa 50 altre persone fuori sul piazzale, la cosa mi puzza. L’impiegata mi informa che devo attendere, sarò chiamata. Faccio presente che devo consegnare il modulo compilato in ogni sua parte ma dice che devo darlo all’ingegnere quando salirà sulla mia macchina per assistere alla guida.
  • Io e mio fratello ripercorriamo quasi tutta la nostra vita ricordando momenti belli e momenti brutti, i nostri genitori, i nonni, gli zii e i vicini di casa, ci diciamo qualcosa di noi e ci prendiamo anche un po per i fondelli. Tutto cio trasforma l’attesa in un raro momento da ricordare, di quelli che non capitano quasi mai. Meno male perche quando il tipo si decide sono ormai le 11.00 passate. Saliamo in auto, lui ha una cartellina che contiene tutta la mia documentazione, gli allungo il modulo e lui fa – cos’è? –
  • – Mi hanno detto che devo consegnarlo a lei, è il documento che dovevo presentare per accedere all’esame!-
  • Lui lo prende, lo visiona e fa -Ah si!- e con una scrollatina di spalle lo infila nella cartellina.
  • Partiamo, mi fa fare un percorso di 10 minuti, poi mi saluta consegnandomi la patente.
  • Non ci crederete amici ma la tragicomica infinita, in effetti, è FINITA!
  • Non posso spiegarvi come mi sento, ma, per citare un altro grande film…che ve lo dico a fare!
  • Ora vi lascio con l’ennesimo quesito al quale magari meglio di me saprete dare una risposta:
  •  Ma secondo voi, perchè una persona di 61 anni in possesso di patente riconosciuta dalla motorizzazione, non è accettata, dalla motorizzazione stessa, come accompagnatore di un esaminando? e ancora….a 61 anni non siamo piu in grado di ottemperare a queste mansioni ma siamo ancora in grado di lavorare fino all’età della pensione che pare spostarsi sempre piu avanti?
  • Cari ospiti vi ringrazio di essere passati di qua, se ultimamente vi è capitato di incappare in qualche ostacolo burocratico, e non ho dubbi, spero vi sentiate un po meno soli. Saluto tutti caramente.
  •  

Disavventura ad un punto fermo

  • Vi avevo detto di essere stata chiamata dall’ufficio patenti dell’ASL.
  • Ebbene, senza conoscerne lo scopo, mi assento dal lavoro e mi reco sul posto.
  • Arrivo all’ufficio, aspetto il mio turno, entro, l’impiegato guarda i miei documenti, poi mi guarda e fà:
  • – Perchè è venuta? –
  • Spiego la telefonata
  • – Attenda –
  • Si informa un po qui, un po là, poi mi dice di accomodarmi al piano superiore, vi ricordate quel corridoio dove compare il cartello ” Veterinario”? ( rif. art. “Ennesima disavventura” cat. MONDO STRUTTURA) proprio li. Chiedo:
  • – Scusi…ma dovrò fare la coda come l’altra volta? –
  • – Non si preoccupi signora! sarà la prima. Vada. –
  • Ringrazio e vado. C’è gia una ventina di persone sedute sulla lunga panca e sulle sedie. Chi accavalla alternativamente una gamba, cambiando spesso posizione, chi si alza e fa due passi, chi guarda sovente l’orologio, chi sbuffa. Mi siedo.
  • Dall’ufficio dove la volta scorsa ho fatto la visita con la Commissione Medica, esce un impiegato che chiama un nome. Un’anziana signora si alza ed entra.
  • La cosa si ripete per 3 o 4 volte, poi mi chiamano.
  • All’interno una Commissione Medica diversa da quella precedente. Mi presentano un componente e mi dicono che è l’ingegnere.
  • Praticamente è l’unica persona che si rivolge a me da quel momento, mentre gli altri si fanno più o meno i cavoli loro.
  • Mi spiega che io, portando la protesi, non posso guidare un’auto normale. Devo avere un’auto con cambio automatico o fare le modifiche sulla mia. Se non presento un’auto del genere non posso fare la prova di guida. Chiedo
  • – Scusi, ma il mese scorso mi hanno fatto procedere secondo l’iter per ottenere il foglio rosa! perchè se tanto non potevo averlo? –
  • Lui guarda gli altri appartenenti alla Commissione, ma nessuno lo considera, ogniuno finge di essere impegnato in qualcosa di diverso. L’ingegnere non sa cosa rispondere e procede.
  • – Mi spiace signora, ma bisogna provvedere a questo problema, non sono io che lo chiedo, è la legge. –
  • Non insisto, tanto sarebbe inutile. Aggiunge che mi deve dare dei codici che il meccanico dovrà rispettare.
  • – Che meccanico? – chiedo attonita.
  • – Il meccanico che dovrà farle le dovute modifiche sull’auto. –
  • Allora mi spiega che ci sono alcuni meccanici che hanno la specializzazione in questo campo e dovrò cercarmene uno che faccia al caso mio. Quando saranno state eseguite le modifiche, l’auto dovrà passare al collaudo, dopo di che, forse potrò fare la prova pratica per il rinnovo della patente. Poi si rivolge all’impiegato e chiede
  • – C’è un computer qui? –
  • – Al piano di sopra – risponde il tipo, continuando a riordinare le fotocopie uscenti, imperterrite, da quella macchina infernale che fà un casino indescrivibile, come bestia partoriente una cucciolata senza fine.
  • L’ingegnere si alza ed esce, lasciandomi non vista da tutti, come scopa in uno sgabuzzino. Attendo. Torna, e credendo di fare cosa giusta, mi dice
  • – Ecco vede signora? ho stampato i codici che chiede la legge, sono qui, vede? non sono io che li pretendo. –
  • Li copia su un modulo prestampato e mi consegna il foglio.
  • Esco da quel posto sorridendo. Credo sia questa la mia forza. Penso a chi, per essere al mio posto, pagherebbe qualche anno di vita, anche con gli intoppi burocratici.
  •                 Non lontano da casa mia, ho trovato un meccanico convenzionato, ma si sa, oggi non si è più abituati ad arrangiarsi, se una cosa non va più per qualche motivo, si butta e se ne compra una nuova, questa è la mentalità. Percui il professionista mi dice che è impensabile fare le modifiche sulla mia auto che è gia vecchia, non merita spenderci dei soldi per fare questo tipo di lavoro che mi verrebbe a costare circa 3.000 euro, e poi lui non ha mai fatto modifiche su di un’auto che non avesse il cambio automatico. Il consiglio è di comprare un’auto di quel tipo, poi occorrerà spostare, se ho ben capito, i pedali del freno e dell’accelleratore a sinistra, avendo io la protesi a destra, ed è ovvio che, non essendoci la frizione, la cosa si renderà più facile.
  • Io però ho preso altre informazioni, e so che è possibile modificare anche una macchina normale come la mia, purtroppo l’unica officina meccanica che ho trovato fin’ora e che risponderebbe ai miei bisogni, si trova a Firenze. Dovrò cercare ancora, chissà che non ne trovi una più vicino. Ci ho pensato molto, ma, consultandomi anche con il mio meccanico di fiducia, sono arrivata alla conclusione che, la mia vecchia Punto sia ancora valida, a sentir lui, che mi conosce, e sa che non faccio spesso lunghi viaggi, può scorrazzarmi ancora per 10 buoni anni, il motore è un portento e, importante, è il fatto che ogni volta che si rende necessario  cambiare un pezzo, si trova subito e non costa caro. Ho sentito di auto nuove che danno problemi da far rizzare i capelli. Ora mi domando, ma perchè devo rottamare un’auto ancora in buono stato per comprarne una, rigorosamente di seconda mano, che magari mi farà impazzire ogni 6 mesi? E mi domando ancora, ma non sarebbe meglio che la legge prevedesse un esame pratico, e nel caso fosse ottimale, senza nessuna difficoltà, lasciassero tranquillamente la patente, magari riesaminandola ogni anno?
  • E’ con questi interrogativi che vi lascio a pensare, hai visto mai che trovate una soluzione al mio problema e mi aiutate a risolverlo? nel frattempo ovviamente giro in bici, ma l’inverno è alle porte. Presto saprete come finirà la mia odissea. Ciao a tutti.

Non solo cartoni animati

  • La gente lo chiamava Pippo. Era il ’44 nella mia terra. Era un piccolo aereo che ogni giorno sorvolava il mio paese e semplicemente…lasciava cadere piccole bombe qua e la. Ancora oggi, i nonni che ne parlano non sanno dire da che parte arrivasse, ne di che nazionalità fosse. Mi è capitato di chiedere – era tedesco? – non lo sanno, sanno solo che, oltre agli aerei che bombardavano distruggendo letteralmente il paese, c’era lui, che instancabilmente, come un solerte contadino, seminava paura.
  • Quando passava Pippo bastava trovare un qualsiasi riparo e si poteva stare quasi tranquilli, ma bisognava correre, e il suo rombo, che si sentiva arrivare da lontano, faceva un effetto fuggi fuggi, come una gara a nascondino dopo l’uno, due, tre, pronti…via.
  • Fortunatamente, nella mia terra, oggi Pippo è solo un cartone animato.
  • Invito ogniuno di voi, dopo aver letto questo articolo, a pensare per un minuto, che tutti i bambini del mondo possano presto conoscere Pippo solo con Topolino e Minni. Fidatevi, l’energia positiva che si solleverà dalle vostre menti lascerà il segno.
  •                 Parte di un canto che i giovani soldati cantavano inascoltati. I vecchi del paese lo ricordano così:
  •                              ” Benito Mussolini ha perso l’intelletto,
  •                              fà partire il ’25 che piscia ancor nel letto “
  •                              …………………………………………………….
  •                              ” Il Duce comanda, il Re obbedisce,
  •                              il Popolo patisce, Dio mio quando finisce? “
  •                   Preghiera in voga negli anni fatidici :
  •                               ” Ave Maria Grazia plena
  •                               fà che non suoni la sirena
  •                               fà che non vengan gli aeroplani
  •                              e che io possa dormir fino a domani
  •                              se qualche bomba vuol cader giù
  •                              Madre pietosa soccorrimi Tu
  •                              Gesù Giuseppe e Maria
  •                              fate che gli americani, gli inglesi e i russi 
  •                              perdan la via. 

   

L’immagine qui sopra è stata presa da questo bellissimo sito reportage.

http://www.immaginidistoria.it/immagine1.php?id_img=419&id=19&id_epo=8

La disavventura prosegue

  • Cari ospiti, come promesso, vi racconto il proseguire del mio iter per riottenere la patente.
  • Dopo la mia estenuante mattinata negli Uffici Patenti della ASL ( rif art ” Ennesima disavventura ” cat MONDO STRUTTURA ), mi reco immediatamente all’agenzia pratiche auto e faccio presente ciò che mi è stato riferito, mostrando il nuovo certificato rilasciatomi dalla Commissione Medica, certo foglio A4 azzurro recante la scritta ” Si richiede prova di guida”.
  • Dico – Allora cosa faccio adesso? mi prendete voi un appuntamento con la Motorizzazione per affrontare questa prova? –
  • Dice – Eh! signora, mi chiami domani che mi informo e poi le so dire –
  • – In che senso? cioè si informa sul giorno in cui posso andare? –
  • – No, mi informo per sapere cosa dobbiamo fare! non è così semplice! domani chiamo la Motorizzazione, spiego il caso, e poi le dico –
  • Ora, dovete sapere che quell’agenzia esiste da quando io ero ragazza. Una volta il titolare era il padre del signore a cui mi sono rivolta, oggi il titolare è egli stesso, che ha iniziato questo lavoro dopo le scuole, praticamente lo fa da 20 anni. La risposta mi meraviglia, ma l’accetto ed esco rimanendo daccordo per la telefonata dell’indomani.
  • Giorno dopo. Dico – Allora? –
  • – Si… emh…deve andare alla Motorizzazione a fare il foglio rosa –
  • – Il foglio rosa? ma scusi il foglio rosa non si fa ai principianti? non è per niente, ma io guido da 35 anni! se devo lo farò, basta che siate sicuri!
  • – Ma…..in effetti l’impiegata che mi ha parlato al telefono non sembrava molto convinta! –
  • – E…..ma allora scusi….siamo punto e a capo! –
  • – Guardi…mi lasci ancora un giorno o due che mi informo meglio! –
  • – Si va bè, ma  lei non potrebbe andarci di persona? andrei io ma mi scoccia perdere una mattinata di lavoro! –
  • – No, no, tranquilla, vado io! vedrà che ne veniamo a capo. –
  • – Si ma mi raccomando! spieghi che la Commissione mi ordina la prova pratica per la mia nuova situazione di amputata! in parole povere vogliono rendersi conto se riesco a guidare senza problemi! questo è l’unico scopo della richiesta e questo mi è stato specificato! –
  • Me ne vado sull’orlo di una crisi di nervi. Richiamo dopo due giorni.
  • – Allora? –
  • – Tutto a posto signora! lei non deve più fare niente. Abbiamo risolto. Venga a prendere il documento che ci hanno rilasciato, lei è a posto così, non deve fare la prova perchè l’ha gia fatta. –
  • – Come scusi? –
  • – Venga, venga che  le spiego! –
  • Torno, e quello mi spiega che ha parlato con un impiegato della Motorizzazione. E’ stata revisionata la mia pratica, contenente tutti i miei trascorsi, dove ovviamente compare che io la prova di guida l’ho gia fatta. Certo che l’ho fatta! ogni 5 anni, ad ogni rinnovo, perchè ogni volta volevano rendersi conto se il mio piede destro funzionava sempre perfettamente sul freno e sull’acceleratore, vista la disabilità. Come si può pensare di far valere una prova effettuata 5 anni fa? con una situazione invalidante ben diversa poi! faccio notare che non accetto la sbrigativa procedura perchè potrei incorrere in futuro a problemi indicibili. Il tipo mi guarda deluso e appare ancora più sconcertato quando gli comunico che andrò di persona a chiarire le cose. Chiedo il certificato che gli hanno rilasciato PER ME all’apposito ufficio, dove compare a chiare lettere ” PROVA DI GUIDA EFFETTUATA “, e lui si rifiuta di consegnarmelo adducendo che l’impiegato glielo ha fatto in via amichevole, e che non è tenuto a darmelo. Chiedo quanto devo di spettanze e lui, eroicamente risponde che non devo nulla, il tutto è stato offerto.
  • Prima di uscire chiedo ancora – occorre prendere appuntamento? o fanno orario normale di ufficio? –
  • – Normale orario di sportello, 9/12, 15/19 –
  • Ringrazio ed esco pensando” minchia che culo! a sto giro non mi ha chiesto nemmeno un’euro!”
  • Sottraendo una mezza giornata al lavoro, il giorno dopo vado, con la documentazione e armata di coraggio, alla Motorizzazione, ufficio patenti.
  • Allo sportello regna un cartello impolverata “CHIUSO IL MARTEDI E IL GIOVEDI PM”. Una signora gentile che mi sorride, sono gia ripagata di tutto. Con la pazienza di un Certosino spiego da capo a coda la tiritera, la signora si consulta con un’altra impiegata seduta ad una scrivania dietro di lei. Capiscono che la richiesta è stata fatta con una motivazione particolare, quindi torna e mi dice che in effetti devo fare il foglio rosa. Alla mia rimostranza della cosa alquanto strana, mi risponde che l’istruttore che deve visionarmi non sale neppure in auto se non compare quel documento nella mia pratica.
  • Non mi resta che andare in posta, pagare 3 bollettini per una cifra totale intorno alle 64 euro, andare a fare due foto e una fotocopia della documentazione e riportarle il tutto.
  • Dice – Bene. Adesso c’è tutto, non le resta che aspettare che sia pronto il foglio rosa –
  • – Scusi…quanto ci vorrà? –
  • – Più o meno un mese – Ormai non mi meraviglio neanche più.
  • – E quando avrò finalmente il foglio rosa, quanto ci vorrà per poter fare la prova? –
  • – Più o meno un altro mese –
  • Ok. Ho risolto l’arcano. Ringrazio e lascio quel luogo sconvolgente, consolata dal fatto che perlomeno fra due mesi conoscerò il mio futuro circolar.
  • Questa mattina ricevo una telefonata dall’ufficio patenti dell’ASL. Mi dicono che martedi 11 cm, ore 13.30 devo presenziare per accertamenti sul certificato medico ( foglio azzurro ) che mi è stato rilasciato in fase di visita. Ovviamente non si sono sognati di chiedermi se il mio lavoro me lo avesse permesso, o se avessi potuto avere problemi.
  • Per ora la cosa si ferma qui. Martedi sera posterò la prossima puntata. Intanto se vi capita di vedere, per le strade di quel di Imperia, un’Ape che ho gia pensato dipingerò nei colori che più amo,giallo, bianco e arancio, sono io signori. La Mente.
  •  

 

 

Vi vedo male

  • Cari poveri esseri umani siete ben presi! Ma com’è che vi siete fatti prendere in una rete così fitta? eh! ne avete da divincolarvi adesso! la vedo dura uscirne! siete governati da personaggi alquanto strani! il loro passatempo preferito sembra essere quello di ciucciarvi tutte le sostanze. Potrete lavorare una vita, e fare anche due giornate in una con il sogno di migliorare la vostra esistenza, e poi? cosa sarà la prima cosa che farete? ovviamente comprarvi una casa! una! se va bene, quando loro ne hanno una per mese, a seconda di dove vogliono trascorrerlo! di 60 mq, è il massimo che potete concedervi raga! 3 stanze più servizi. Provate ad entrare nelle loro, io ci ho fatto un voletto, ho scoperto che l’ultima moda è una linea tranviaria interna,  il tempo che si impiega a piedi per andare dal salotto alla camera da letto è davvero sfibrante. E quando troverete la casa dei vostri sogni? se sarà un appartamento non finirete mai di pagare e di litigare con gli altri inquilini, le spese di riscaldamento, dell’ascensore, della pulizia scale, non mettere fiori sul balcone, non far transitare animali nel portone e quando c’è da dipingere la facciata? eh eh! saran cavolini vostri! optiamo quindi per una bella casetta individuale con un bell’appezzamento di terreno in campagna. Attenzione! la casa dovrà restare così com’è, se anche avete 2000 mt di terra vostra non è possibile costruire neanche un capanno per gli attrezzi senza incorrere in multe salatissime che andranno a rimpinguare le casse dello stato. Vorreste rifare il tetto? o una vetrata per far entrare piu luce? prima dovrete fare domanda, e ovviamente la domanda si paga, poi pagate il progetto, poi pagate la messa in opera, quando tutto sarà finito, pagherete l’ICI.
  • E poi avrete dei figli immagino, ebbene se dovrete lavorare dovrete mandarli alla scuola materna che è a numero chiuso, quindi se arrivate che non c’è piu posto andranno a quella privata dove sborserete un terzo di ciò che guadagnerete, alle elementari sembra andare meglio, ma dovranno frequentare anche le medie inferiori che appartengono alla scuola dell’obbligo e per le quali spenderete circa 400 euro solo al primo anno per libri e quant’altro. Ovviamente lo stato incassa. Avrete una macchina? sembra che vi piaccia molto spostarvi con questi trabiccoli! ebbene la pagherete, e poi credete che sia finita li? quanto vi sbagliate! l’assicurazione annuale in questa parte di mondo sembra tra le piu care sul mercato, e poi alt! c’è il bollo! che cos’è? dice la macchina l’ho già pagata! e… ma allo stato? non vuoi dare nulla? non è così che funziona! tutti gli anni devi pagare il lusso di possederla, come la casa!
  • E… non vuoi metterti al sicuro in caso ti dovessi ammalare? o dovesse capitare qualcosa che so…un piccolo incidente che ti tiene a casa dal lavoro per un mese? bè, farti l’assicurazione è improbabile, se no come lo paghi il mutuo per la casa visto che la banca, per dartelo, si è ingoiata un terzo in piu del costo effettivo? ma non preoccuparti! se sei dipendente ti fanno le trattenute per assicurarti l’assistenza sanitaria ogni meseeee! alleluia! allora sei tranquillo! bè… non è proprio così in effetti, se ti capiterà di aver bisogno della sanità…raccomanda l’anima a Dio, dammi retta! è meglio! Se sei un libero professionista, paga l’IRPEF, l’ILOR, l’IRCAF, l’INCUF, l’ISAEL ecc, poi paga il commercialista, la dichiarazione dei redditi, il bollino sul registratore di cassa, l’INPS e miii……va bè ecc. ecc. Ah se poi vuoi comprare i mobili per la casa puoi affidarti a quel centinaio di negozi e ipermercati che ti promettono pagamenti a 24 mesi SENZA INTERESSI, ma ti consiglio di farti un conticino di quanto ti verranno a costare in totale quando avrai finito di pagarli, ovviamente una parte di quelle rate và allo stato. E per la vecchiaia? eh si! qui andiamo sul sicuro! i vecchietti di oggi bene o male riescono ancora a sopravvivere, dopo aver pagato una vita,anche perchè hanno visto una guerra e sono abituati ad aver poche pretese, i giovani di oggi quando saranno vecchi…bè… quando saranno vecchi…..cominciate a pregare, fidatevi!

Se avete ancora qualche dubbio, guardate link. Ciao amici e…..coraggio!

http://www.idealista.it/news/archivio/2010/04/15/04948-non-pagate-multa-vi-ipotecano-casa

Eppur ci sono

  • Siete convinti come me che non siamo soli nell’universo?
  • Avete mai indagato su quanto siamo piccoli? rispetto all’universo la terra è una particella infinitesimale, come un granello di polvere. Se osservassimo un granello di polvere al microscopio ci accorgeremmo che su di esso c’è vita, tante microscopiche particelle che si muovono instancabili, veloci, in un moto perpetuo. Bè noi esseri umani siamo come loro. Se un enorme gigante prendesse in mano la terra e l’osservasse sotto una lente, vedrebbe noi, che operosi come formichine, ci rechiamo ogni giorno al lavoro, andiamo a fare la spesa, usiamo la macchina, andiamo in bici.
  • La cosa fà un pò impressione, ma a pensarci è proprio così.A questo punto mi domando come si possa ancora sentire frasi come ” tu ci credi agli alieni?” ma non è una cosa che ci si puo credere o no! non è magia! è semplicemente così! ma come possiamo pensare di essere solo noi ad abitare uno dei miliardi e miliardi di pianeti che fluttuano nell’immensità dell’universo? come sempre siamo convinti di essere speciali ed unici, e nel caso esistesse qualcun’altro sarà brutto e cattivo, perchè non lo conosciamo e quindi ci fà paura. Bè questo è plausibile, non credo che trovandomi un alieno davanti mi comporterei come se stessi incontrando il mio vicino di casa, ma quantomeno non mi rifiuto di pensare che un giorno potremmo anche vederli. A parte il fatto che si vocifera che gli americani li abbiano già visti e anche messi subito a tacere perchè ospiti indesiderati, non credo una parola di chi afferma di essere stato rapito dagli alieni e tornato, sapendo che ogni tanto gli capiterà di essere preso e portato da qualche parte lassù, scopo studi di anatomia e varie. Chissà come saranno? più evoluti, o più indietro di noi? bà! lo scopriremo solo vivendo! ma vivendo a lungo eh!

http://www.youtube.com/watch?v=Xm–xAHEYjQ

Ennesima disavventura

  • La mente sempre più arcaica racconta:
  • Mi è scaduta la patente. Ero ricoverata, non ho potuto rinnovarla per tempo. Ho, o meglio avevo, una BS, cosa vuol dire? si tratta di una patente B, quindi x auto, ma speciale, visto il mio problema ( rif art ” Le mie scarpe nuove ” cat UNA PARTE DI ME ). La durata della validità è decisione che spetta alla Commissione Medica che ti sottopone a visita ad ogni scadenza.
  • Un mese fà, vado all’agenzia ” Pratiche auto ” che ti offre, previo lauto compenso,  di affrontare per te l’iter burocratico di una complessità inimmaginabile.
  • Vengo informata che  devo tornare con certificato medico, rigorosamente del mio medico di famiglia, che attesti la mia situazione fisica generale e il buon stato di salute. Senza quello non si dà neppure inizio alla cosa.
  • Riesco ad ottenere appuntamento con medico dopo una settimana, giorno tale ora tale. Vado puntuale, attendo un’ora e mezza per il mio turno, mi compila certificato prestampato preso da internet dove compare una sfilza di domande alle quali avrebbe dovuto porre la classica x nel caso di presenza di quella o di quell’altra patologia. Nemmeno una crocetta, solo, in fondo, la dicitura: ” portatrice di protesi arto inferiore destro ” e la sua firma. Compenso 60 euro.
  • Lo porto all’agenzia, l’impiegato scartabella per 25 minuti esatti e poi fa
  • – La marca da bollo ce l’ha? –
  • – N…n..no, dovevo portarla? –
  • – Eh! si signora! occorre una marca da 14 euro. Vada a prenderla. –
  • Per fortuna c’è un tabaccaio poco lontano. Vado e torno.
  • Un altro pò di scartabellamento, poi fà -Sono120 euro -.
  • ” Li mort……..! ” penso, e pago. Aggiunge poi che l’appuntamento x la visita è dopo un mese, giorno tale, ora tale.
  • – Come sarebbe tra un mese? – chiedo – e io non posso guidare ancora per un mese? –
  • – Eh! signora! non è mica colpa nostra se la commissione si riunisce solo una volta al mese! –
  • Ma guarda! si era riunita giusto una settimana prima, ma noi non abbiamo dato il via alle pratiche perchè non c’era ancora il certificato!
  • Ok, attendo con ansia il fatidico giorno che se per caso ti capita di avere un’influenza te tocca de riaspettà nartro mese!
  • Il giorno era oggi, ore 11 in punto, con assegnazione del numero 13.
  • Conoscendo il sistema arrivo alle 10.
  • Documentazione da portare: certificato del medico curante, ricevute dei bollettini postali testimonianza dei versamenti effettuati, certificazione medica della mia situazione prima dell’intervento, cartella clinica dell’ultimo ricovero, carta d’identità, codice fiscale, tessera sanitaria e patente.
  • Forse adesso sanno chi sono.
  • Gli uffici  dell’ASL I, distretto di Imperia, si trovano in un bel palazzo di antica fattura, ma oggi fatiscente, inospitale, freddo e triste.
  • Salgo i pochi scalini ed entro in un corridoio dove si affacciano due porte chiuse e una scala che sale al piano di sopra.
  •  Mi guardo intorno, su una porta non c’è nulla, sull’altra rimane appiccicato per forza di inerzia un foglio A4, trattenuto da una puntina, e mezzo arrotolato su se stesso ” Per i prelievi presentarsi alle ore….”.
  •  Dò x scontato che l’ufficio per le visite patenti rechi una scritta inerente al caso per suggerire ai tonti come me quale cazzolina di porta devi aprire , quindi decido che senz’altro la troverò di sopra.
  • Sul pianerottolo del piano superiore si trovano due porte, quella a sinistra che reca la scritta ” Veterinario orari…….” e che non mi passa manco pa a capa di aprire, quella a destra che invece è aperta e lascia intravedere un lungo corridoio dove sono sedute diverse persone in attesa. Entro e chiedo
  • – Scusi…è qui per le patenti? –
  • Una signora sui 60 portati bene mi fà
  • – No, è di là – e mi indica la porta del veterinario.
  • – Ma è sicura? c’è scritto veterinario! –
  • – Si, si ma fanno anche le patenti. – intanto anche due uomini che hanno ascoltato confermano e mi fanno cenno con la mano che devo proprio andare di là.
  • Mi convinco, vado.
  • Apro la porta, all’interno un lungo corridoio e diverse porte chiuse. Non c’è anima viva, a metà corridoio un vetro a muro al di là del quale si riconosce un magazzino o deposito che dir si voglia. Richiudo e mentalmente ringrazio gli indicatori che saranno li dal Natale scorso e forse li pagano perchè far stampare una freccia costerebbe troppo. Ridiscendo e stavolta tento il tutto per tutto, apro la porta con il foglio A4 appiccicato e…………. meraviglia!  sul lato interno della porta stessa c’è un cartello ” PATENTI “, entro e la porta si richiude a pompa dietro di me. C’è una sala d’aspetto, dove stanno gia sedute una trentina di persone. Chiedo a qualcuno – Scusate, sapete se bisogna consegnare un documento prima di aspettare il turno? –
  • Dicono di no, mi siedo, ora, dopo averla cercata per mezzora, la scritta PATENTI è in bella vista davanti a me.
  • Dopo una ventina di minuti arriva un impiegato.
  • -Prima i ripetenti –
  • Qualcuno si alza, lentamente, come sentisse il peso della vergogna.
  • Mi interrogo sul significato della chiamata e chiedo
  • – Scusi, cosa significa? in che senso? –
  • – Sono quelli che sono gia venuti la settimana scorsa, se non lo sa vuol dire che lei non c’era, attenda qui –
  • Decido che è meglio non pormi altri quesiti e continuo ad attendere.
  • Dopo altri 10 minuti compare un’impiegata. Coda bionda decolorata, tenuta  da una pinza che forse ha messo mentre impegnatissima, cercava di tenere 3 o 4 borse della spesa, impedire al barboncino al guinzaglio di tirare rischiando di farla ruzzolare giu per le scale, e riuscire nel frattempo a prendere la posta dalla cassetta delle lettere. Strascina i piedi come per indicare che stamane è felice, felicissima, forse ha trascorso una notte pazzesca, ha dipinta sul viso un’espressione tipo quando ti dicono che devi subire un trapianto o te ne andrai entro un mese, e fà
  • – Uno, due, tre e quattro –
  • Penso per un attimo di essere tornata all’asilo, ma 4 persone si alzano e la seguono. Mi sento un’idiota. Dopo 10 minuti arriva un’altra, piccola, smilza, coda nera fermata da elastico ipertirato che dico io mettitene uno piu grande! stessa espressione della prima
  • – Uno, due, tre e quattro –
  • Silenzio.
  • – Oh! uno, due, tre e quattro! –
  • Un signore osa – Ma guardi che sono stati appena chiamati!, sono gia dentro! –
  • – Ah! allora cinque, sei sette e otto – altre 4 persone si alzano e vanno. Torna la prima
  • – cinque, sei, sette e otto –
  • Silenzio.
  • – cinq… –
  • – Sono gia andati! –
  • – Allora nove, dieci, undici e dodici –
  • Finalmente arriva anche il mio turno, mi invitano ad entrare in un ufficio che per passare dietro alla scrivania, che è subito dopo la porta d’entrata, ma proprio subito, se si è in due, uno deve uscire se no non si passa, è lì che pensi ” ma allora perchè alle poste non devi passare la riga gialla? è un optional? ” Mi fa mettere una firma, scartabella un po e mi dice che adesso posso salire al primo piano.
  • – Al primo piano ? –
  • dice – si dal veterinario – e richiude la porta.
  • Vado su ed ora il corridoio è pieno di gente, tutti i numeri prima del mio che prima di me hanno depositato la firma.
  • Questa volta chiamano per nome e vedo che invitano ad entrare in un ufficio proprio a fianco del veterinario sulla quale porta ovviamente non è scritto assolutamente nulla. In verità chiamano solo il primo perchè successivamente ogniuno che esce è informato di chi deve chiamare, e funge così da maggiordomo compassato che, son sicura, in quel preciso momento si sente piu importante.
  • Noto che quelli che escono dall’ufficio si risiedono, e la cosa mi preoccupa. Tocca finalmente a me dopo circa tre quarti d’ora.
  • Non è un ufficio, è un ambulatorio medico, seduto in fondo alla stanza c’è uno, che piu tardi scopro essere un medico, che mi parla come un disco incantato
  • – firmi qua, metta la data, poi firmi qua, mi dia la patente –
  • eseguo.
  • – puo andare mi chiami Fiuzzi –
  • Avrei voluto dirgli ” Ok signor Fiuzzi arrivederci e grazie ” invece chiedo
  • – Perfavore mi dice cosa devo fare adesso? –
  • – Aspetta dinuovo in corridoio finchè non la chiamano! – come dire, la tua imbecillità te l’ha regalata la mutua? Esco pensando che se lo sapevo mi portavo il cestino da pic nik, chiamo – Fiuzzi! – un vecchietto col bastone in fondo al corridoio si alza, quando arriva a metà, da dentro alla stanza, arriva la voce scocciata del medico
  • – Fiuzzi! – alla terza chiamata sempre piu seccata, l’anziano signore, per nulla scomposto, riesce a fare il suo ingresso. Probabilmente con l’età si impara a sbatters……. a non dar peso a tante cose.
  • Intanto cominciano a chiamare da uno studio poco piu in la e si ricomincia ovviamente dal numero uno. Deduco che  dovrebbe trattarsi finalmente della chiamata per la visita, dal tempo che ogniuno resta dentro. Guardo l’orologio, è la mezza, forse per le tre sarò a casa. Quando chiamano l’otto un signore attempato seduto accanto a me  azzarda
  • – Ma secondo lei seguono un ordine? –
  • – Si certo, è l’unica cosa che mi pare certa da quando sono arrivata stamattina –
  • – No perchè io ho il due, ma forse c’è qualcosa che non va –
  • – Si credo proprio che sia così signore, forse dovrebbe dirglielo, chissà, quando l’hanno chiamata forse lei non era ancora arrivato, o magari non ha sentito! –
  • Il poveretto si alza e si dirige alla porta dello studio, poi attende che qualcuno ne esca per chiedere, quando finalmente avviene l’evento il tipo gli risponde
  • – Aspetti che guardiamo cosa è successo –
  • Cosa sia successo non lo so, ma viene invitato ad entrare al posto del numero nove.
  • Un Dio c’è perchè ad un certo punto tocca anche  a me.
  • All’interno cinque persone sedute ad un grosso tavolo.
  • – Si accomodi. Dica –
  • Come ” Dica ”  prima cosa oggi siamo tutti qua per lo stesso motivo, secondo hai il mio fascicolo in mano! ma sei cretino?
  • Tengo il mio pensiero per me e comincio ad esporre. Mi fermano per chiedermi qualcosa, è impressionante il modo in cui lavorano questi! si rivolgono a te come se tu fossi un idiota, ti fanno una domanda e poi mentre tu rispondi ogniuno fa i cavoli propri, non ti degnano di uno sguardo, l’unico che sembra ascoltarti, prima che tu abbia finito, strizza gli occhi e gli si dipinge sul volto un’espressione tipo quando le unghie stridono sulla lavagna, e tu capisci che gli stai dando un fastidio enorme e che prima te ne vai prima lo fai contento. Alla fine mi spiegano che, anche se io affermo di essere in grado di guidare benissimo, loro non possono fidarsi della mia parola, indi percui dovrò fare una prova di guida.
  • – Ok – dico – mi sta bene, facciamo la prova così vi renderete conto che dico il vero –
  • – Benissimo, qui c’è il certificato, vada pure, arrivederci –
  • – Come arrivederci! e sta prova la facciamo o no? –
  • – Bè, non in questa sede signora! noi siamo medici, non valutiamo la guida, lei deve ora prendere appuntamento con la motorizzazione per andare a fare la prova! – e così dicendo mi fa capire che sono congedata e non è il caso di porre altre domande. Ma l’ultima io la faccio lo stesso
  • – E… scusi… ma io fino ad allora non posso quindi guidare? –
  • – E mi pare ovvio signora! lei in questo momento è senza patente! vada, vada pure –
  • Sono arrivata a casa alle due e mezza, stanca, affamata e incazzata come una bilia che rotola giu per un pendìo.
  • Ma lo sconcerto piu grande, a pensarci bene, è di rendermi conto di come vivono questi professionisti, giorno per giorno, senza gioia, senza nessuna  spinta verso la vita, pare che nulla li gratifichi.
  • Hanno a che fare tutti i giorni con persone che considerano numeri, non sanno più cosa sia il rapporto umano, non fanno nulla per aiutare se possono, e tutto ciò è molto triste. Mi spiace per loro, perchè hanno perso di vista lo scopo della vita stessa.

Italy’s anniversary

  • Fratelli e sorelle d’Italia ( rif. art. ” La sanità come la vede Covatta ” cat. MONDO STRUTTURA ) ha presentato, in qualità di ospite, Paolo Villaggio.
  • Di rado intervistato è questa una persona, che mi piacerebbe ascoltare piu spesso. Attore comico e non, di cinema e di teatro, giornalista e scrittore, cabarettista,cantautore e autore di musiche, meritevole di premi quali il David di Donatello per miglior attore protagonista, David di Donatello alla carriera, Leone d’Oro alla carriera, Nastro d’Argento, e un’onorificenza a Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana, è considerato dai più un povero imbecillotto sfigato, figura piu volte da lui interpretata, sovrapponendo in modo tendenzioso, il  protagonista di tanti suoi films, all’uomo reale.
  • Penso che questo magnifico attore genovese potrebbe aver molto da dire se lo si interrogasse, molto da insegnare, con un’esperienza di vita non sempre florida ed agiata.
  • A ” Fratelli e sorelle d’Italia ” ha raccontato il suo vissuto in una giornata particolare, quella del 25 aprile del1945.
  • Villaggio si è vestito del ricordo di quel giorno, ripercorrendo i momenti piu significativi con un’enfasi che trascinava. Lui era ancora una volta là, riviveva le sensazioni, le impressioni forti, dirompenti, e ascoltandolo non si poteva fare a meno di viverle con lui.
  • Genova. Il giorno della liberazione.
  • ” Il piu bel momento della storia d’Italia ” mentre dice questa frase,Villaggio sembra comunicare con lo sguardo il dispiacere che se ne sia dimenticato il senso vero.
  • ” Papà chiude le imposte, noi bambini si guarda tra le fessure ” e poi aggiunge, ” da quel piccolo spazio si vede una giornata di sole magnifica “, un breve momento, ma narrato con un’abbandonata espressione trasognata, lo seguo, senza una precisa volontà, senza sostegno, totalmente coinvolta.
  • ” Tutto a un tratto si sente un rumore di motoretta, sapete quelle moto  sidecar col seggiolino a fianco, lo vediamo arrivare con due tedeschi a bordo, giovani, quasi due bambini. Ci stiamo ancora chiedendo cosa stia per succedere quando una scarica di mitra li uccide tutti e due sul colpo. Pensate quando avranno detto alle loro mamme che non c’erano più. La guerra guardate,è l’invenzione umana piu stupida che ci sia.
  • Dopo poco gli abitanti del rione cominciano ad uscire disorientati, curiosi, in attesa di qualcosa. Si muovono lenti, c’è un silenzio di vetro. ” 
  • Il paragone mi immobilizza. Come fa, con così poche parole, a farti percepire il clima, i suoni, i sentimenti, a farti acuire i sensi tanto da riuscire quasi a toccare il passato come fosse il presente!
  • ” Con circospezione usciamo anche noi, ci guardiamo l’un l’altro in silenzio, finchè mio padre, forse piu intraprendente, sale su una panchina e grida forte:- è finita la guerraaaa! –
  •  Un’esplosione di gioia fragorosa invade l’aria,che il carnevale di Rio è una stronzata al confronto! una matassa di gente felice che ride, si agita festosa, si abbraccia. Anche mio padre che non si complimentava mai con nessuno, adesso abbraccia dei perfetti sconosciuti.  Poi… burubum burubum….silenzio. Arriva un tirannosauro con un clangore pazzesco. L’ottava armata americana fa il suo ingresso in città. Si apre il portellone e io vedo il primo uomo nero della mia vita uscire prima con la testa, poi con mezzo corpo, e  comincia a lanciare sigarette. Eravamo poveri! ragazzi! tutti si lanciano a raccoglierle e intanto burubum burubum, cannoni, carri armati, cingolati, cannoni, cingolati, avanza un’enorme impressionante processione. Volano calze di seta, cioccolata e penne biro. Non potete capire cosa sia prendere al volo una penna come quella! sono magiche quelle penne, scrivono senza inchiostro! “
  • Nostalgia del momento, dolore, rimpianto di una vita serena, i sentimenti si accavallano, non li riconosci, ti sommergono e ti portano via, e si mischiano al ricordo di tanti ragazzi morti per niente, di tante donne senza piu lacrime, bambini scappare con le mani sulla testa a coprirsi nel caso la bomba fosse caduta proprio li, e allora devi accettarlo, per forza, e capisci quanto sei impotente, quanto non vali niente.
  • ” Notte e giorno per sette giorni durò la sfilata mostruosa dei mezzi ferrosi, tanto attesi, forti, amici, salvatori. Noi, ammirati, di fronte a questo spettacolo incredibile, notte e giorno lo seguimmo. Una notte, verso le due, ricordo che il vecchio ingegner Pisano si rivolse a mio padre, che fingeva indifferenza al fenomeno, invece anche lui….. e gli disse:-
  • – Scusi…ma secondo lei….quello di Roma, pelato, poveraccio che….. cosa cazzo gli è venuto in mente di dichiarare guerra a questi! – 

Un bel sito da visitare:http://www.sassomarconifoto.it/comune/storia/settembre1943.html

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La sanità come la vede Covatta

  •          ” Fratelli e sorelle d’Italia ” bel titolo e bella trasmissione trasmessa da LA7 . Brava la Pivetti, interessanti i comici, ma mi fa proprio morire Giobbe Covatta. La sua comicità, la sua satira, la sua verve, ti attanagliano, e anche se sei gia pronto per uscire, gli amici hanno citofonato, ti aspettano di sotto e sono gia in ritardo, bè non riesci a scollarti dal tv. Non puoi non ascoltare tutto quello che gli passa pa a capa e lascia uscire dalla bocca. L’ultima volta che ho seguito la trasmissione raccontava del  suo vecchio amico Carmine che teneva male a panza, e a tutti i costi voleva andare all’ospedale, malgrado Giobbe glielo sconsigliasse preventivando che quella avrebbe potuta essere l’ultima sua esperienza vissuta. Si chiamò l’ambulanza che arrivò dopo 40 minuti con sette persone a bordo, tutti malati, perchè l’autista aveva pensato bene di fare il tour del paese e raccogliere tutte le persone che avessero bisogno del trasporto. Non c’era la sirena, ma l’altoparlante:
  • – Donnee! è arrivata l’ambulanzaaa! –
  • Comunque caricano Carmine e procedono verso l’ospedale mentre l’autista  canticchia una simpatica canzoncina per passare il tempo:
  • – Uno su mille ce la faaaa! –
  •  Arrivati all’ospedale il primo ad essere scaricato è Carmine, non appena il personale medico lo vede, qualcuno grida trafelato:
  • – Lo stiamo perdendo…lo stiamo perdendo…-
  • e infatti lo perdono perchè cade dalla barella:
  •  – Guardami…guardami.. – grida qualcuno:
  • – defribillatore..carica a 300..liberaa! –
  • Dice:- ma che stai facendo! –
  • – mi sto allenando per fare i telefilm americani –
  • – e va bè ma…lo vogliamo portare dentro? –
  • – si, preparate la sala operatoria, dobbiamo fare un cesareo d’urgenza –
  • Giobbe azzarda:- ma come un cesareo..è nu ragioniere, tiene ottantaquattranni! –
  • – eh! è anziano! è un parto difficile! –
  • Giobbe:- ma che cazzo stai diciendo! –
  • Ad interrompere Giobbe che sta chiarendo le idee al medico, ci si mette anche il povero Carmine:
  • – io non voglio diventare mamma! –
  • Giobbe:- Carmine non ti ci mettere pure tu perpiaciere eh! –
  • dice:- ma non deve partorire? –
  • – ma no che non deve partorire! –
  • – allora dovete aspettare al pronto soccorso –
  • Il pronto soccorso era un girone dantesco, c’era gente che aspettava da anni, due che tenevano il diabete,  si erano conosciuti la, e si erano sposati nel frattempo, solo che per il diabete non l’hanno dato i confetti, l’hanno dato i confetti falqui. C’era na signora che era andata a partorire ma sai quantanni prima? ha partorito un figlio geometra, gia diplomato, CEPU! ma gia diplomato, na cosaaa…! due ragazzi si baciavano, pensi si ameranno invece no, uno teneva il peersing alla lingua, l’altra teneva l’apparecchio ai denti, si erano incastrati, stavano aspettando che li portassero all’Italsider. Comunque tocca a noi, entriamo, c’è il primario che mi riconosce…dice…
  • – signor Covatta…ma che piacere averla qua…- dice
  • – guardi, per il suo amico abbiamo una cura rivoluzionaria…cremiamo –
  • – come cremiamo! ma è vivo! –
  • – è vivoo! pare muorto! che impressione!
  • – Eh! è vivo! –
  • – allora sa che facciamo? mo ci organizziamo bene, facciamo l’autopsia così vediamo che cos’ha –
  • – ma è vivo! –
  • s’è incazzato u primario! dice:- ma allora siete venuti a farci perdere tempo qui dentro! tornate quando è morto! –
  • – e va bè, ma adesso cosa dobbiamo fare qua? – e ci ha prescritto gli esami! per prima la colonscopia.
  •  Siamo andati nella sala della colonscopia di massa proprio! tutti quanti con un tubo infilato nel culo. Hanno infilato un tubo pure nel culo a Carmine, stavano tutti nella posizione piu adatta a facilitare l’esame…non è cominciato lo sciopero dei medici? una cosa impressionante, sembrava la partenza del motomondiale, qualcuno sgasava brompotupom bron bron, meno male che era no sciopero a singhiozzo perchè durante nu singhiozzo c’hanno sfilato u tubbo, ma prima che gli altri si potessero alzare è arrivata na suora con un mitragliatore rattatatata
  • – Suora! ma è impazzita? –
  • – non si preoccupi sono supposte, approfitto della posizione così li chiappo tutti contemporaneamente.
  • Porto Carmine a cardiologia per l’elettrocardiogramma e il poveretto sviene perchè u cardiologo prende la borsa termica degli organi vivi, quella per i trapianti, dove tiene l’insalata di riso e il vino perchè si è fatta ora e pranzo.
  • Decido di proseguire spingendo la carrozzella con Carmine, passiamo davanti alle sale operatorie e vediamo uscire uno che è stato operato alla prostata accompagnato da due infermiere…forse erano due travestiti brasiliani.
  • – noi siamo quelli della fisioterapia, dobbiamo fare le manipolazioni –
  • – ah! e siete bravi? –
  • – Oh! siamo bravissimi! noi riusciamo a staccare i chiodi dal muro succhiando, è una cosa straordinaria –
  • – bè se lo dite voi, siamo tranquilli! –
  • un altro entrava, salutava la moglie- ciao, ci vediamo dopo
  • – si se riesco a trovare un medium –
  •  Arriviamo davanti al vetro dei neonati e Carmine dice:- ma io quand’è che divento mamma? –
  • – Carmine tu non diventi mamma cazzarola! –
  • cammina cammina passiamo davanti a ginecologia, ci sta nu burdello e genteee! ma nu burdello proprio!
  • – che sta succedendo? –
  • dice:- stanno facendo l’inseminazione assistita –
  • – e che succede? –
  • – c’è il medico che sta trombando l’infermiera –
  • dico: – e assistita da chi? –
  • – da noi che stiamo assistendo no? –
  • – e si puo dare un’occhiata? –
  • – eh! c’è da pagare il tichet! nu se po…nu se po –
  • intanto passa u carrello del pranzo con le patate bollite e la mozzarella del 15/18…proseguiamo e arriviamo a radiologia perchè Carmine deve  fare la lastra, gli hanno dato 30 litri di bario, non è andato di corpo x 3 settimane. Dopo 3 settimane ha espresso desiderio di aprire un booling, cagava birilli in cemento armato gia in formazione da 12.
  • Comunque dopo la lastra decidiamo di firmare per uscire, c’era nu vecchiarello che non poteva uscire perchè gli avevano messo il pacemaker, solo che avevano finito le pile e l’hanno attaccato direttamente a rete, pareva n’aspirapolvere, come si allontanava ooOOOoohh! lo ripigliavano e lo rinfilavano nella spina, perchè avevano provato con i pannelli solari a un altro vecchio, sui revers della giacca, sembrava un presentatore degli anni 70, ma sarebbe andato bene, solo che ha piovuto x 3 giorni, è muorto, non s’è potuto fa piu.
  • Abbiamo visto il medico uscire con i due brasiliani che han preso l’ambulanza co a sirena perchè c’era traffico, la signora col figlio di 24 anni che si incazzava perchè non voleva stare sul passeggino, e va bè, noi abbiamo preso la cartella clinica e siamo usciti. M’hanno sbagliato cartella! m’hanno dato quella di una ragazza che era andata ad abortire e Carmine ha cominciato:-
  • – ma io forse sto bambino lo dovevo tenere –
  • dico:- Carmine ma all’anima di chi ta stramuorto e infatti è muorto –
  • e questo è uno dei tanti motivi per cui non mi sento italiano, ma per fortuna….lo sono.

 

  • Avrei potuto postare il link ma è stato troppo divertente scriverlo. Giobbe è un forte, non solo per ciò che ha da dire, ma anche per le attività che svolge come testimonial di AMREF e SAVE THE CHILDREN.

 

 

« Older entries