Osservo compiaciuto

  •     Oggi sono stato a far visita alle due streghette. Quell’antro sa di buono, di pulito, è riposante come un divano in un salotto abbandonato, e i suoi colori ricordano il sole  e le dune di un deserto non ancora immerso nella sera. Le osservo nel loro lavoro lento e metodico. I calliosi si accomodano sulle alte poltrone di pelle bianca ed immergono i piedi in un catino d’acqua calda, profumata e schiumosa. Strega e streghetta si siedono dinnanzi ad essi, in due stanze  separate, e cominciano la loro opera restauratrice. Asciugano un piede, con un tronchese che sembra quello che usava mio zio Bertolo per potare le siepi, procedono al taglio delle unghie. Si sente un tac tac tac veloce e sicuro, senza indugi. Osservo i calliosi pensando che sobbalzino ad ogni tac per la paura d’essere tagliati, o almeno per il solletico, ma invece niente. Quelli sono tranquillamente appoggiati allo schienale con un grosso cuscino dietro la schiena, completamente abbandonati ad osservare cio che sta succedendo. Si va avanti, posati i tronchesi, si passa alle  sgorbie. Sono queste veri e propri bisturi che tagliano da far paura, ma è incantevole vederle usare con tale maestria. Zac, zac, zac, vengono via spesse sfoglie di pelle giallognola, e come per incanto, tutto resta  roseo e morbido. Ecco poi il tronchesino, corre sulle dita, ad una ad una, tutto intorno alle unghie che si ripuliscono e si vestono a festa. Guardo i calliosi, uno sonnecchia con la testa leggermente reclinata da una parte e gli occhi chiusi, l’altra, con lo sguardo perso nel vuoto, sembra sotto l’influsso di un incantesimo. Non si scompongono neppure quando devono cambiare il piede. E poi la crema. Ah! quel massaggino lieve, accarezzato! ma a me nienteeee? le mani corrono leggere dapprima sulle dita, poi piu su, sul dorso, poi ancora alla caviglia, sul polpaccio, e via quasi fino al ginocchio, ad ogni passaggio mi sento le farfalle nello stomaco, e mi scappa un sospiro mentre inavvertitamente mi protendo fino quasi a toccare col naso la gamba della calliosa. Finchè l’incanto finisce. Un callioso viene invitato ad alzarsi per essere congedato, non sembra convinto, ma alla fine si alza rassegnato ad andarsene. Appena giu dalla poltrona esclama sorridendo:-Ah! che meraviglia! mi sembra di rinascere, quel callo sotto al piede mi mandava certi dolori! non mi sembra vero! non sento piu nulla!- e prova a spingere con il piede sul pavimento come per rassicurarsi, esce dall’antro ringraziando ripetutamente, stringendo la mano della streghetta e intanto, senza rendersi conto, china la schiena sempre di piu, come per voler sottolineare maggiormente la propria gratitudine.L’altra,quando finalmente si sveglia dal torpore paralizzante, chiede lo smalto. Anch’io una volta mi sono tinto le unghie, con le foglie del the, ma non erano così belle!  sceglie un color ciliegia che mi fa venir voglia di assaggiarlo, ma l’odore mi è del tutto sconosciuto e la cosa mi rende sospettoso, rinuncio. Alla fine la signora scende dalla poltrona rimirandosi i suoi bei piedini con le unghie dipinte, e prima di infilare un paio delle vostre strane calzature, se li accarezza languidamente sospirando con aria goduta. Quando i due calliosi sono fuori, le streghe mi offrono la vostra bevanda pomeridiana, il caffè, che devo dire non disprezzo per niente. Quando sto ingollando l’ultimo sorso ecco arrivare altri due calliosi affranti, e quando il primo dice :-fate qualcosa vi prego! non ce la faccio piu!- capisco che è meglio lasciare le benefattrici al loro lavoro, perchè è un lavoro importante, che non deve essere distratto. Le saluto sventolando la mano, faccio un inchino di piena approvazione e, in silenzio rispettoso, esco in punta di piedi.

dedizioni d’altri tempi

“Un piede dopo l’altro” è la categoria che conterrà il quotidiano di un antro molto speciale, di quelli che non se ne trovano piu. Forse molti di voi non sanno che in quel di Arma di Taggia, ridente cittadina a due passi da Sanremo, città conosciuta soprattutto per il famoso festival della canzone italiana la cui gloria ha fatto il giro del mondo,esiste “Il Centro del Piede”.Per amor di informazione, voglio dirvi cosa succede all’interno del covo all’insaputa dei piu. Accolgono i bisognosi di cure, una burbera strega di mezza età (tipico esempio personificato del detto tutto umano “can che abbaia non morde”) e una giovane strega vestita di cenci e dolcezza intenzionata a fare, di tutto cio, la propria professione per la vita. Cosa curano le due? non lo direste mai ma ……. i piedi. L’antro rientra nella categoria dei centri estetici, ma essendo così brave ed appassionate nel campo piedifero, esse si dedicano solo all’esclusivo lavoro di pedicurìa. E’ un lavoro d’altri tempi, una volta esisteva “la callista”, oggi è questa una specializzazione assente e prossimamente discuteremo sulla motivazione di tale sparizione. Non immaginate quante persone abbiano i piedi doloranti a causa dei calli che spuntano come funghi nei posti piu impensati, si infrattano sotto la pianta, sulle dita, sotto le unghie, e negli spazi tra un dito e l’altro, fanno un male tremendo a sentire i poveri malcapitati che ne sono affetti. E deve essere vero perchè è palese la loro difficoltà nel camminare. Osservandoli attentamente ti accorgi che il loro corpo è rigido nei movimenti, alzano da terra un piede piu velocemente dell’altro mentre fanno il passo, il viso è contratto in una perenne leggera smorfia di dolore, e rifiutano qualsiasi occasione ad uscire di casa, a meno che non sia strettamente necessario.

 Sono essi i calliosi, ovvero gli sventurati affetti da calli.

Piu avanti vi racconterò come le due streghette riescano a far uscire dal loro antro anime sorridenti desiderose di cantare l’inno al sole.